lunedì 27 maggio 2013

*7 Special Guest: Le Donne e il Mare



Presento un testo da poco uscito dove partecipo con un mio racconto dal quale l'immagine correlata è anche quella della copertina.

"Le Donne e il Mare" è raccolta di racconti di autori del gruppo FB "Libri Stellari", con illustrazioni a colori di Diego Luci su carta patinata,

 
Reperibile QUI 
 
Un’antologia di 23 racconti dedicati all’universo femminile in relazione con il mare, composti da autori più o meno conosciuti i quali hanno accettato la sfida di creare una storia rimanendo nel limite massimo di 1.000 battute.

I racconti abbracciano diversi generi letterari. Si va dai toni drammatici relativi agli amori impossibili, alla violenza sulle donne e a vicende ironiche che suscitano il sorriso; dalla celebrazione del mare e dei sentimenti alla fiaba, alla prosa poetica e ai riferimenti mitologici. Oltre che sulle doti morali si medita talvolta sulla bellezza fisica, accennando alle pulsioni erotiche dei protagonisti.

Le 23 illustrazioni a colori realizzate da Diego Luci, altamente evocative, colgono l'essenza della storia che segue. I capolettera simili a miniature medioevali, offrono un manoscritto fiabesco, emerso come per incanto dagli scaffali di una biblioteca misteriosa.

È disponibile anche in formato ebook su Amazon  QUI.

martedì 21 maggio 2013

@15 PoeticaMente: un mostro nella norma



Jorge Rafael Videla Redondo (Mercedes, 2 agosto 1925 – Buenos Aires, 17 maggio 2013) è stato un militare argentino, che fu dittatore e presidente de facto del suo paese tra il 1976 e 1981, nonché responsabile di crimini contro l'umanità.
Il suo governo fu contrassegnato dalle violazioni dei diritti umani e da contrasti frontalieri con il Cile che per poco non sfociarono in una guerra. È stato condannato a due ergastoli e 50 anni di carcere per crimini contro l'umanità, tra i quali l'assassinio e la tortura di 30000 persone. Scontò la pena nel carcere Marcos Paz di Buenos Aires, fino alla sua morte.


Videla. Immagine presa QUI

 TU, Videla metti a dura prova la laica pietà per i morti. Troppo facile inscriverti nella categoria dei tiranni o dei dittatori sadici e abietti, o in quella degli esecutori freddi e inumani.

TU, le forze di repressione, gli apparati finanziari e industriali assieme ad elementi del clero e della media alta borghesia (come si diceva decenni fa) avete abilmente intrattenuto  rapporti commerciali e politici internazionali per mantenere il potere.

TU e i mezzi di riproduzione culturale ed ideologica avete sfruttato il simulacro della guerra fredda tra Unione Sovietica e Cina contro USA ed Europa, traslando scenari politici nell'America del sud, per il semplice predominio. Infatti hai contribuito ad uccidere comunisti, socialisti, cristiani, libertari, liberisti, atei, agnostici, apolitici, anarchici, e persone che nemmeno sapevano dove fossero le due grandi superpotenze.

Ma non hai soltanto incarcerato, represso ed ucciso. Hai organizzato un efficiente e razionale sistema di soppressione delle persone e della loro rispettiva biografia. Hai rubato i loro figli piccoli e anche quelli che dovevano ancora nascere, aspettando che le madri in carcere partorissero per poi ucciderle, senza che il figlio potesse toccarle. Hai marchiato i nascituri con altre identità e li hai dati in adozione anche alle famiglie dei carcerieri. Beffa nella beffa questo sistema utilizzato anche da regimi dittatoriali del passato nazisti e comunisti come in Cambogia. Questo per sottolineare quanto queste parole siano abusate.

TU non sei stato un capo carismatico o emblema quasi sovrumano del male, come altri prima di te per i quali, in particolare per quell'austriaco, provo fatica a scrivere anche il nome. Anzi addirittura signorile e a modo nelle apparenze. Come al solito le biografie informali vociferano di qualche vizio. Ma in ogni caso il tuo corpo, la tua voce, la tua immagine non è eccezionale. Non si può neanche liquidarti come genio del male e credere che sia stata tutta colpa tua, affinché un popolo possa compiere un rito di sacrificio totemico del leader. Non si può neanche considerarti mediocre, perché intelligente lo sei stato.

Ed è questo il punto: né inumano, né sovrumano, né malato, né genio. E nemmeno semplice impiegato, perché di qualità ne hai mostrate anche dopo la tua deposizione e tarda incarcerazione per tutti questi ultimi trenta anni. Hai continuato, TE, e gli altri assieme a TE, a celare, ad arrecare violenze indirette nel velare la verità e mantenere ancora in sesto gli antichi apparati, seppur in forme diverse.

Ancora oggi la verità è violata. Non hai fornito ammissioni, anzi hai narrato di aver agito secondo necessità ed ordine. Nella norma. E senza mostrare una volgare ostinazione nella menzogna, non hai spiegato, ma coerentemente agito in modo discreto. E ogni tanto incipriandoti con la retorica per il bene del popolo argentino. Già: il popolo argentino!

Videla - Immagine presa QUI 


 TU, Videla, sei un problema per noi italiani, ancora di più che per le altre nazioni, perché alcune strutture ancora oscure nel nostro paese ti hanno aiutato. Ma questo è un elemento minore rispetto al dato di fatto che metà del popolo argentino negli anni '70 e '80 era ITALIANO. E tu sei presente anche da morto, perché tutto quello che avevi intorno, è qui in Italia. Noi non abbiamo fatto i conti con la nostra storia, avvolta in un apparente oblio che ci condiziona. Noi qui in Italia siamo schiavi di schemi e parole di decenni fa. TU sei un NOSTRO problema che continua.

TU non sei il male: lo hai accompagnato con discrezione e con sufficienti capacità. Consapevolmente hai arrecato dolore ogni giorno senza fermarti un secondo.

TU, anche da morto continui ad apparire come un rispettabile mostro nella norma.


 E per riprendere fiato Ricordo che  il mio libro di poesie con immagini "Sogni sospesi" lo puoi trovare   QUI.

lunedì 6 maggio 2013

@14 PoeticaMente: maschi davanti allo specchio



Sembra banale e noioso ripeterlo. Alcuni di questi omicidi sono già annunciati prima del loro triste compimento e accompagnati successivamente da giustificazioni che imputano la causa a squilibrati o ad emarginati. 

E invece l'uomo nero è il parente o l'amico fidato. L'ipocrisia parla di amore e gelosia e traspone il tutto in una incapacità biologica a trattenersi da parte del maschio. Di sicuro è il corpo della donna che continua ad essere violato dopo la morte nelle immagini, nelle procedure giuridiche e nella ricostruzione degli eventi.

E si dice emergenza. Ma non è un fenomeno di oggi questo assassinio con la volontà manifesta di annichilire un essere vivente, ritenuto inferiore come un mero oggetto a disposizione.

Questi tragici eventi sono narrati con sgomento e paralisi, e si concludono con una generica esortazione alla comprensione e al contrasto del “fenomeno”.

I maschi rifiutano la questione e la rivoltano verso le vittime: si eclissano.

Ora, senza richiamare buon senso, onestà intellettuale, principi fondamentali di etica e del diritto, è sufficiente per i maschi ascoltare il proprio corpo.

Pensiamoci, maschi latitanti, riversi a terra, svestiti, con sangue e urina e faccia macilenta davanti a tutti, magari vicini di casa che si grattano la testa, il sedere e il naso e si scambiano frasi fatte nel guardarci per terra, con l'immancabile idiota che si colloca vicino alla telecamere di qualche giornalista. Pensate solo fisicamente al freddo, alla puzza nel vostro corpo. Solo questo.

E ovviamente tutti guardano con morbosità la vittima (per strada, nei giornali, nella tv) senza pensare all'omicida. Dove è l'assassino? È il marito? Il padre? Il fratello? La vittima davanti al pubblico senza compassione.

Jakub Schikaneder, "Omicidio in casa" 
 - Immagine presa QUI    


Perché la sicurezza non è ovunque: acqua, sole sfumato, spiaggia e mare, sono già un pericolo. E questa è la bugia: colei che genera vita è offesa dal complemento di generazione maschile che si crede principio unico e indefettibile.

Si è soli: pensate maschi a chiedere invano aiuto a parenti, amici e alle autorità giudiziarie. Immaginate di camminare per le strade e vedere tutti felici o irritati per i problemi di ogni giorno e sentirvi marchiati e passibili di essere presi e maciullati in ogni momento davanti a sguardi indifferenti. Sentitelo nello stomaco questo orrore. Sentitela nelle vene la consapevolezza di essere massacrati a breve, dove anche il pianto verrà punito.

Vi prudono le mani? Sentite la rabbia dentro che cresce vero? Ecco moltiplicate questa sensazione per mille dentro lo stomaco, sapendo di non poter fare nulla e che tutto questo vi esploderà dentro. Rimanendo come tronchi martoriati senza memoria in una spiaggia sporca e desolata.

Jakub Schikaneder - Immagine presa QUI

L'ombrello rosso con tratti così delineati, rispetto alle forme quasi liquefatte, raccoglie il calore del cuore e dell'animo e lo riflette verso l'ambiente circostante. Questa pioggia non ristora: affligge lentamente nella normalità come una inevitabile costrizione. Il corpo della donna e il suo cammino sono imposti da piogge che tagliano e non leniscono, come lacrime di acido. In un Sole finto e oscurato di prescrizioni culturali e di potere, spacciate come naturali ed eterne.

 
 Andre Kohn - Immagine presa QUI

Cari maschi pensiamo alla normalità di ogni giorno, fatta di grigio e oppressione, come il semplice camminare e il vestito imposto. Basta pensare solo a questo.