lunedì 18 novembre 2013

*10 Special Guest: Al Crocicchio delle nuvole. La somma è più delle parti


È uscito il Volume di Poesia “Al crocicchio delle nuvole” di Autori Vari da Il Concorso Nazionale “Luna Nera” – www.associazionelunanera.it con alcune mie poesie.






E ancora una volta è apparsa la meraviglia di gioire di ognuno: scrittori già in opera, neofiti e professionisti per attività collaterali a quelle dello scrivere. Tutti assieme nell'offrire un lavoro corale.

E all’uopo propongo per l’evento una delle tre che ho pubblicato nel libro:

Battito d'amore

Giocavo
e non credevo
di gioire, coinvolgendo
il pigro cuore d'ali,
atterrando
nell'abissale dono del
moto innamorato,
con emozioni
emergenti, elidendo
l'abbracciar vago,
riconoscendo
ora che già amavo,
e non erravo.


domenica 3 novembre 2013

@17 L’inizio … della storia…


Ecco l’attimo con il quale noi iniziamo a scrivere pregustando l’idea che è qualcosa di esclusivo, immaginando comunque che in una dimensione prossima qualcuno legga il tutto e lo viva. Il momento iniziale per scrivere un verso o una riga di un probabile romanzo, irresistibile, riappare innumerevoli volte.

Tentativi e fantasie che intimano la nascita immediata del componimento, moltiplicano riti preparatori nel realizzare questo primo atto visto come sicuro, immediato e spontaneo. Alcuni scrivono preparando fogli, penne, dizionari o sedendosi davanti al computer, altri ancora nei posti più impensabili durante le faccende quotidiane.


Massimo Troisi e Philippe Noiret, nel film “Il Postino”



Immaginiamo storie e versi di poesie. Ricerchiamo luoghi classici e ci avviciniamo ai grandi scrittori, per esserne subito impietriti. Corre la fantasia nel formulare intrecci e storie che velocemente s’intersecano con spicchi delle nostre vite, il più delle volte mentendo e variando continuamente gli scenari, credendo che siano accaduti. O più semplicemente con pervicace volontà vogliamo creare un mondo nuovo. Arriva il blocco dopo due righe, oppure scriviamo con ipnotico getto una riga dopo l’altra come se parlassimo a un pubblico immaginario. Raccontiamo a noi stessi una storia, con un inizio, un punto di conflitto, un dubbio e immaginiamo la fine a ogni ripresa, oppure cerchiamo di seguire le parole accodando un termine dietro l’arto ascoltando il correlativo sonoro. Se perdiamo l’incanto di scrivere, il nostro corpo ridiventa pesante svuotandosi di parole, come se la trama che stavamo generando fosse evaporata e cerchiamo di inseguire relitti di pensiero che spariscono come vapore  da una finestra in inverno cui abbiamo appena alitato. E tutto ritorna nel silenzio…. ma non demordiamo e anche se non riuscissimo negli intenti, ad occhi aperti sogniamo  di ricominciare.

Che fate voi per iniziare? Quali sono i riti nel raccontare la storia del vostro vissuto (falso o verosimile non ha importanza)?  O ancora, quale luogo e tempo state cercando per iniziare?